Biblicamente

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Mettere la fede alla prova

Giacomo 1:1-8
 
Ho incontrato Daniela a Roma, la settimana scorsa.  E’ una bella ragazza di 23 anni.  Frequenta una
delle nostre chiese. La mia prima impressione e? stata negativa.  Mi sembrava che fosse una ragazza
un po’ scortese, si agitava molto, spesso si alzava ed usciva dalla chiesa, poi rientrava e si risedeva
al suo posto.
Alla fine del culto si e? avvicinata ed ha cominciato a parlarmi.  Io ero abbastanza curioso, ascoltavo
e intanto salutavo gli altri.  Ad un certo punto ho sentito dirle: “Io ho la sclerosi multipla”.  “Cos’hai
detto?”, le ho chiesto, guardandola negli occhi.  “Si?, all’eta? di 15 anni ho scoperto di avere la
sclerosi multipla”.
Daniela da otto anni si sveglia tutte le mattine e non sa se potra? piu? camminare, deglutire, vedere,
vivere.  Ma ogni mattina si rialza e ringrazia Dio.  Ogni mattina, ogni ora, ogni secondo della sua
vita, Daniela mette alla prova la sua propria fede e per fede va avanti.   
“Quando vado a dar da mangiare ai tanti ammalati di sclerosi multipla, seduti sulla sedia a rotelle,
impossibilitati ad alzare anche una mano, mi sento meglio, sento che ho fatto qualcosa per i miei
fratelli e le mie sorelle piu? deboli”, queste sono state le ultime parole che Daniela mi ha detto, poi ci
siamo salutati e le ho promesso che preghero? per lei.  E chiedo anche a voi di pregare per lei.
Daniela mette ogni giorno la sua fede alla prova e per fede va avanti.
Lutero, nella sua versione latina della Liberta? del cristiano –leggete per favore questo capolavoro-,
scrive all’inizio: “A molti la fede e? sembrata una cosa insignificante... Lo fanno perche? non l’hanno
messa alla prova in alcun modo, ne? hanno mai assaporato quanto grande sia la sua forza”.
E noi, l’abbiamo mai messa alla prova la nostra fede?  Abbiamo mai assaporato quanto grande sia la
sua forza?
Qualcuno stamattina ascoltando le parole della lettera di Giacomo, potra? pensare che Giacomo
abbia un po’ esagerato: “Considerate le prove nelle quali vi troverete con molta gioia”.  Accogliete
con allegria le difficolta? della vita.  Giacomo non dice: sopportate con rassegnazione.  Giacomo non
afferma:  nella vita di un credente non ci sono difficolta?.  Giacomo sostiene che le difficolta? ci sono,
e se non ci sono, non vi preoccupate, verranno.  Ma che sia la gioia ad accoglierle quando
busseranno alla porta.  Che sia la gioia all’uscio della tua casa.  Che non sia un’altra emozione, se
non la gioia.   
Si?, la gioia, perche? quando le difficolta? verranno tu potrai mettere alla prova la tua fede e potrai
assaporare quanto grande sia la sua forza.  Quando le prove arriveranno capirai quanto e? prezioso il
dono della fede che Dio ti ha fatto.  Conoscerai le infinite possibilita? che la fede ti offre.  Le vie
della fede sono infinite.  E se avrai bisogno di consolazione, essa ti consolera?.  Se dovrai trovare
coraggio per agire, essa te lo dara?.  Se cercherai protezione, la fede sara? la tua armatura.  Se avrai
bisogno di liberta?, la fede sara? le tue ali.
Metti alla prova la tua fede e potrai assaporare quanto grande sia la sua forza.  Non ti lascera? solo
come un bambino indifeso, ti fara? crescere, ti fara? diventare adulto.  Ti fara? diventare sapiente.
Tutti si stupivano della forza di Gesu?.  Ma Gesu? forse non e? stato tentato?  Gesu? forse non ha
incontrato difficolta??  Gesu? non e? stato messo alla prova?  Eppure ogni volta Gesu? ha messo alla
prova la sua fede, non arretrando neppure davanti alla croce.   
Noi cosa vogliamo fare, vogliamo essere discepoli di questo Gesu??  Oppure vogliamo essere
l’uomo doppio di cui parla la lettera di Giacomo?  L’uomo diviso!  Che ha un cuore con diverse
sezioni, con svariate suddivisioni.  Si?, certo, c’e? posto anche per Dio in questo cuore cosi?
generosamente accogliente, ma accanto a Dio ci sono tanti altri signori.  Un cuore con troppi
padroni.  Quando tocca prendere una decisione il nostro cuore comincia ad andare un po’ di qua e
un po’ di la?.   
Di fronte alle difficolta? il cuore diviso non vede la soluzione, vede solo altre difficolta?.  Di fronte
alle prove il cuore dubbioso non sa prendere una decisione, traballa.  E’ vistosamente instabile,
trascinato dal vento delle emozioni, agitato come un’onda del mare.
L’uomo diviso non sa mettere alla prova la sua fede perche? non ha fatto l’unico gesto possibile che
gli viene richiesto: abbandonarsi nelle braccia di Dio.
Qual era la forza di Gesu?, secondo voi, se non proprio quella di abbandonarsi alla volonta? del
Padre? Di accogliere con fiducia la via che ogni giorno il Padre gli chiedeva di percorrere.  Di
vivere per fede, senza alcun altro mezzo.  Senza alcuna pretesa.  Ma anche senza alcun dubbio,
senza esitazione.  Persino quando si e? trattato di dover bere il calice nel Gethsemani.  Il calice della
morte. Per mettere la fede davanti all’ultima prova, quella piu? difficile: la morte.  “Hai fede anche
piu? della morte?”.  E Gesu? ha risposto di si? con tutto il suo corpo, con tutta la sua mente, con tutto il
suo spirito.   
Ecco l’uomo integro e perfetto.  Integro e perfetto nella fede.  Ha messo la sua fede alla prova e ne
ha potuto assaporare la sua forza.  Ecco l’amico che ci invita a seguirlo per la strada che lui ha
inaugurato.  Eccolo davanti a noi, che ci incoraggia.  Pieno di quella sapienza che sa accogliere il
mondo e i suoi drammi.  Che sa intravedere anche dietro il vecchio uomo e la vecchia creazione
l’uomo nuovo e la nuova creazione.
Mettiamo alla prova la nostra fede!  Viviamo con gioia anche nelle difficolta?.  Mostriamo la nostra
capacita? si saper far fronte alle prove, e di riuscire anche a crescere.  Chiediamo a Dio la sapienza, e
ricerchiamo l’integrita?.  Non bisogna essere un eroe per essere cristiano,  e? sufficiente imparare a
vivere per fede.   
Dietrich Bonhoeffer scrive, in una delle sue tante lettere dal carcere, una specie di testamento e
vorrei concludere con le sue parole, perche? riassumo cosi? bene quel che significhi vivere per fede.
“Piu? tardi ho capito ( e si riferisce a quando cercava ancora la strada della santita?), e lo capisco
istante per istante ancora, che si impara a credere solo nel pieno essere di qua della vita.  Quando si
e? rinunciato del tutto a fare qualcosa di se stessi –un santo, un peccatore convertito,o un uomo di
chiesa, un giusto o un ingiusto, un malato o un sano- ed e? questo che io chiamo essere di qua, cioe?
nella pienezza degli impegni, dei successi e degli insuccessi, delle esperienze acquisite e delle
perplessita?-, allora ci si getta interamente nelle braccia di Dio, allora si prendono sul serio non le
proprie, ma le sofferenze di Dio nel mondo, allora si veglia con Cristo nel Gethsemani e, io penso,
questa e? fede, questa e? meta?noia; cosi? si diventa un uomo, un cristiano...”.  Amen  
 

NEV

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